Incantesimo per far sfiorire un amore, Hetalia

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°RoXanne°
view post Posted on 4/11/2009, 19:52




Incantesimo per far sfiorire un amore

Arthur era stanco, ormai era sfinito da quella situazione troppo equivoca; era da tempo che ogni volta che incrociava lo sguardo del francese il suo corpo reagiva in maniera misteriosa e strana; doveva farla finita al più presto: e lui sapeva perfettamente come fare.
Corse penetrando la scura notte estiva con il suo mantello scuro sotto braccio ed un libro preso in prestito alla libreria dell'occulto. Uno dei rari libri delle Ombre scritti a mano dalle streghe.
Sapeva perfettamente dove stava andando, con quella sacca sulla spalla destra ed il mantello ed il libro sotto il braccio sinistro; cercava un luogo preciso delle campagne anglosassoni, quel luogo perfetto e puro dal quale cominciare il suo operato.
Non fu difficile trovare il luogo, ne aveva già sentito parlare; una radura su un altopiano dove già altre volte erano state eseguite formule magiche.
Raggiunto il posto si guardò intorno; L'aria era frizzantina, pur essendo le idi di giugno e la brezza leggera che soffiava da ovest era piacevole.
La luna, posta in posizione calante sembrava dare una luce argentea alla valle, ogni cosa in quel luogo emanava magia, dal più esile filo d'erba ai lontani alberi dai lunghi fusti neri.
Arthur chiuse gli occhi, inalando l'odore di quel magnifico universo di magia per un secondo e poi posò sull'erba la sacca ed il libro e si infilò il mantello.
Si rigirò un po' su se stesso osservandosi divertito; adorava quel mantello, ed adorava rintanarcisi dentro come uno spettro.
Poi si infilò il cappuccio, nero come quella notte, si sedette a gambe conserte sul prato e prese in mano il libro delle Ombre: incantesimo numero 42: come far sfiorire un amore:

In fase di luna calante raccogliete quattro peli di gatto nero (Attenzione, il gatto deve essere completamente nero), prendete una candela bianca, tre petali secchi di tre rose rosse ed un laccio.

Il giovane inglese allungò una mano verso la sacca che si era portato con se': conteneva tutto ciò di cui aveva bisogno; tirò fuori il materiale per controllare meglio:
la cadela bianca c'era; l'aveva comprata un po' di tempo fa ad un negozio di esoterismo. Era una bella candela bianca che si attorcigliava su se stessa.
Ecco il laccio; era lungo mezzo metro e rosso come il sangue: se lo rigirò tra le mani come un serpente e poi lo attorcigliò vicino alla candela.
Ed infice c'era una scatoletta, che conteneva petali di rose secchi ed un sacchettino con dei peli neri.
Arthur guardo storcendo la bocca quei peli neri, pensando a quello che aveva passato per prenderli, poi si carezzò la mano destra sulla quale aveva evidenti segni di sfregio felino.
Infine tirò fuori due fogli di carta bianca ed una semplice penna Bic.
Posò tutto affianco a se e lanciò la sacca poco lontano, continuando la lettura dal libro:

Scrivete il vostro nome ed il nome della persona che volete allontanare in due diversi pezzi di carta e legateli ai due capi opposti del laccio.

Usando la propria gamba come appoggio il giovane inglese cominciò a scrivere il proprio nome ad un capo del primo foglio, Dopo aver scritto il nome strappò con le mani il foglio attorno ad esso in un rettangolo irregolare, poi fece lo stesso sull'altro foglio con il nome del francese: ''Fran...'' Un brivido lungo la schiena gli bloccò per un attimo l'arto, impedendogli di proseguire, ma doveva finire... era ciò che voleva, no?
Finì di scrivere il nome del franese e poi strappò anch'esso in un rettangolo irregolare: li arrotolò su loro stessi in due tubicini che poi legò ai capi opposti del laccio color porpora.
Con un sorriso soddisfatto osservò il suo creato, poi di nuovo quel brivido gli attraversò la schiena; si convinse che era il vento. Doveva andare avanti.
<<the show must go on!>> Urlò in preda ad un attacco di foga puntando un pugno al cielo nero e continuando a leggere le istruzioni del libro:

Con la luna nuova, o il giorno prima della luna nuova (questo è il momento più adatto per fare questo incantesimo) uscite all'aperto e preparate il vostro altare.
Poi purificate il cerchio ed invocate la Dea.


Altare: gli serviva qualcosa che gli facesse da altare. Si alzò e cominciò a guardarsi intorno in cerca di un tronco, o qualcosa del genere; lo trovò poco lontano ciò che gli serviva.
Una pietra di forma ellittica abbastanza piatta da poter essere usata come altare. Arthur la spinse, non senza fatica, vicino agli ogetti che aveva preparato: inginocchiandosi poi dietro alla pietra che gli avrebbe fatto da altare le pose sopra un drappo viola per prepararla.
In secondo luogo avrebbe dovuto preparare e purificare il cerchio: prese un bastoncino e tracciò un cerchio intorno alla pietra lasciando aperto uno spiraglio e poi, dopo esservici entrato, lo chiuse.
Prese dal suo mantello due bustine: una contante sale, che sparse sul cerchio e sull'altare, per purificarli, così aveva letto, e l'altra contenente quattro rune che simboleggiavano l'acqua, l'aria, la terra ed il fuoco. Le posizionò ai quatto lati del cerchio diametralmente.
Poi si inginocchiò di nuovo vicino al suo altare di lato ai suoi oggetti pensando intensamente alla Dea e chiedendosi se era il giusto modo di invocarla.

Chiunque lo avesse osservato avrebbe capito all'istante che il ragazzo si stava divertendo un sacco, e, sfortuna voleva, che quella notte ad una persona era venuta voglia di vedere l'inglese, ed allontanatosi dalla strada maestra attirato delle urla, le risate e le imprecazioni che provenivano dalla velle era giunto fin lì.
Il francese, osservava divertito la scena da dietro un cespuglio soffocando a fatica le risate.

Arthur dopo un paio di minuti pensò che fosse sufficente come invcazione e continuò a leggere:

Sistemate la candela bianca al centro dell'altare e spargete i petali di rosa intorno alla candela.

L'inglese recuperò la candela bianca dal terreno e la posizionò al centro dell'altare di pietra, poi prese dalla scatolina i petali di rosa e li sparse intorno a quest'ultima, lanciandoli come semi in un campo di grano.

Francis, sempre nascosto tra le fronde dei cespugli osservava la scena ormai con gli occhi ridotti a due fessure per lo sforzo... ma che stava facendo? Seminava...petali?!?!?

L'inglese si girò appena insospettito da un fruscio di foglie, ma poi, convintosi che fosse stato un animale continuò i preparativi, accendendo la candela con un fiammifero che aveva posto nel taschino del mantello.
Lo stoppino prese fuoco regalando un po' di luce a quella vallata scura e gettando una strana ombra sul viso dell'inglese; assicuratosi che tutto sia stato in ordine poi, riprese la lettura:

Prendete i quattro peli di gatto e metteteli ai quattro punti cardinali: nord, sud, est, ovest.

Arthur prese il sacchettino di plastica trasparente contenente i peli guadagnati a fatica e li mise ai quattro punti cardinali; avvertendo poi un lieve fruscìo di vento li bloccò con i polpastrelli; doveva cercare qualcosa; cercò sul libro una soluzione che trovò scritta con una freccia in caratteri piccoli:

----> se la notte fosse ventosa fermateli con delle pietre.

Piccole pietre! ecco cosa gli serviva! ne trovò un mucchietto non lontano e ci posizionò sotto i quattro peli.

Ed ora che stava facendo quel manicaco dell'occulto? Stava posizionando qualcosa sotto le pietre: qualcosa di piccolo, che Francis non riusciva a vedere; posizionò la mano avanti alla bocca per non scoppiare a ridere.

Anche quella era andata; Arthur Osservò per un istante il suo lavoro, felice del risultato e poi tornò ad inginocchiarsi dietro al'altare roccioso, prendendo in mano il laccio rosso e continuando a leggere:

Tenete il centro del laccio sopra la fiamma, a circa cinque centimetri.
Poi pronunciate le seguenti parole:
''La luna calante d'amore è la tomba
Io sono un'acquila, non più la tua colomba
Un altro viso, più bello del mio,
Vincerà il tuo amore, col volere del Dio.''
Ripetete fino a che il laccio si spezza ed i due nomi sono separati per sempre.


Così finiva l'incantesimo: con una formula, come nella migliore delle tradizioni.
Le altre cose erano scritte in piccolo quindi poco importanti: l'inglese convenne che non andavano lette.
Posizionò il laccio rosso a cinque centimetri di distanza dalla fiamma, tendendolo come una corda di violino, e cominciando a recitare con un fil di voce la formula:
<<la luna Calante d'amore è la t-tom..>> Qualcosa gli bloccò il respiro, come se sentisse che quella cosa non era giusta, era turbato ed arrabbiato con se stesso per questo suo turbamento, teneva le mani tese, il laccio sulla fiamma, ma qualcosa lo bloccava, gli impediva di pronunciare la formula, come se, una parte di lui, una parte che lui conosceva molto bene, ma che si rifiutava di consultare, stesse prendendo il sopravvento delle proprie emozioni.
Le due parti del suo essere in lotta nel suo interno lo scombussolavano, lo innervosivano e non gli permettevano di continuare la formula; il quel momento il laccio prese fuoco, spezzando per sempre il filo rosso che univa i due nomi.
L'inglese si alzò, con gli occhi rigonfi di lacrime e corse via da quel luogo, corse lontano da tutto quello, corse fino a raggiungere la sua dimora, dove si abbandonò sul letto in lacrime; il pentimento era una cosa che faceva davvero male.

Francis uscì fuori dal suo cespuglio, ora non rideva più, era solo preoccupato. Cosa aveva potuto turbare così tanto quel piccolo idiota maniaco dell'occulto?
Si avvicinò lentamente al luogo dell'incantesimo e prese il libro in mano, lo chiuse senza leggere ciò che comportava l'incantesimo 42.
osservò poi il luogo; le quattro petre poste intorno alla roccia ricoperta con un fazzoletto viola, la candela che ancora emanava luce ed il laccio bruciacchiato e lanciato non poco lontano. Con nonchalanche spense la candela.
<<oh mon Dieu, lo sapevo che prima o poi queste cose gli avrebbero dato alla testa!>> Disse poi picchiettando con il dorso della mano la copertina in cuoio del libro.
<<beh, comunque qualcuno prima o poi dovrebbe portarglielo...>> Convenne poi incamminandosi verso la casa dell'inglese.

Arthur nella foga aveva lasciato la porta di casa aperta, sentì chiaramente dei passi lenti ed eleganti attraversare il corridoio; così Francis, entrò nella camera da letto giudato dai singhiozzi dell'inglese.
<<lo sapevo che prima o poi queste cose ti avrebbero dato alla testa!>> Disse poi lanciando il libro sul letto, affianco al giovane.
<<che ci fai ti qui? Tu dovresti odiarmi a questo punto!>> Disse allora Arthur, Un po' frustrato, un po' arrabbiato e molto sorpreso.
Il francese si lasciò trasportare in una risata: << Ma io in fatti ti odio, mio piccolo sciocchino>> Disse poi facendo l'occhiolino all'inglese ed accomodandosi sul letto vicino a lui e carezzandogli la testa.
i-io non capisco.. eppure avevo seguito tutto alla perfezione...>> Disse poi recuperando il libro e riaprendo a quella pagina, incantesimo 42...
Il francese sbirciò da dietro alla spalla del giovane inglese e si lasciò andare in una risata sonora dopo aver letto il titolo: <<come far sfiorire un amore! Ahah! Oh mon Dieu, tu invece vuoi farmi sfiorire dal ridere o cosa?>>
<<zitto tu!>> Lo inibì Arthur, ricordandosi delle note in piccolo, quelle che lui aveva reputato futili e poco importanti; le lesse ora:

Non fate questo incantesimo con rabbia, o con frustrazione, o se non ne siete pienamente convinti se volete che l'amore realmente smetta di essere vostro.
E' necessario che vogliate liberarvi di qualcuno in modo definitivo.


Era così allora, lui realmente non voleva sbarazzarsi del francese, aveva provato rabbia facendo quell'incantesimo; si girò verso Francis che ancora stava ridendo ed un attacco di imbarazzo lo colse, uno di quegli attacchi che lui era solito coprire con la rabbia:
<<damnt France! E' tutta colpa tua!>> Urlò scaraventando il libro contro il francese, che si parò il viso con le mani non smettendo di ridere; il libro cadde aperto alla pagina successiva.
<<oh, Arthur, quì c'è scritto ancora qualcosa... guarda!>> disse, recuperando il libro e restituendolo all'inglese.
<<eh? Cosa cosa?>> Disse Arthur recuperando il libro e leggendo il post scriptum alla pagina seguente:

p.s. I peli di gatto in realtà non servono a niente.
Li ho messi dentro per far sembrare tutto più misterioso.
Bradhadair.


<<fuck you Bradhadair..>> Urlò al libro carezzandosi la mano, con ancora i segni del graffio subito qualche giorno fa, mentre il francese rideva carezzandogli la testa Con una mano.

Fine

[Devo ringraziare l'ispirazione di questa fic ad un libro che lessi tanto tempo fa e che si chiama Stirpe Di Strega, della Cate Tiernan]

Edited by °RoXanne° - 4/11/2009, 22:48
 
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