Prologo

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°RoXanne°
view post Posted on 3/11/2009, 22:21




''La brigata del Tavolo 14''


Prologo:


Questa storia non comincia come tante... sapete quelle da ''mille e una notte'' quelle piene di folletti e fate... se volete leggere qualcosa del genere c'è un'intera sezione fantasy poco più avanti in libreria...
questa storia comincia in un quartiere di una città... una città che potrebbe essere la vostra, la mia, e che noi nomineremo come ''loro''.
Pioveva quella sera, nelle fredde e buie strade di quel ghetto cittadino... e come gocce di rugiada scendeva giù l'acqua sulle foglie di vetro e sui rami di cemento... come brina a prima mattina la condensa formava piccole stalattiti attorno ai lampioni che fungevano principalmente da ornamento pubblico, vista la loro scarsa illuminazione...
ed ecco, nella piazza centrale del piccolo ghetto della Loro città sbucare i rinnegati della società, quelli che una persona con un minimo di amor proprio condannerebbe all'ergastolo, se non alla forca, per il semplice peccato di essere nati; ma la gente comune, i ''buoni borghesi'' non sanno che un rinnegato ha visto e sentito molto più di quello che si può immaginare... e poi, parliamoci chiaramente... non sono anche loro vittime di questo mondo? Non solo anche loro alla mercé dei nostri cari astri politici in continua ascesa e decadimento? Davvero ci sentiamo così sicuri da catalogarci anche un solo gradino sopra di loro?
Se è così che vi catalogate, vi conviene chiudere questo libro e fermarvi alla prima parte del prologo... perché questa storia parla di loro, della vita in tutta la sua crudeltà... e chissà, forse anche un po' di te, che nel tuo ego personale riesci sempre ad immedesimarti nel protagonista del libro, o film, o quello che potrebbe essere...

Principalmente erano loro.. sempre allo stesso bar, a tarda sera, dopo giorni di duro lavoro per portare a casa quel poco che serviva per qualche bicchiere di vodka, o di whisky, qualcosa di forte comunque, qualcosa che possa rallegrarti la serata.
E in quel clima di euforia spiccava sempre il tavolo n^ 14... il tavolo in fondo a destra del locale, quello formato dai soliti 5 inquilini di diversa età, rango e lavoro.
C'era Rocco ( chiamato dai compagni ''The Rok'')... un ''giovane pensionato'', come si descriveva lui... ma, parliamoci chiaramente: chi a 21 anni è già in pensione?
Poi c'era Luca ( il ''piccolo Lucky'') ... lui era ancora un ragazzino, piccolo ma scaltro come una volpe; attenti a non invitarlo mai a giocare a carte, poiché sarebbe capace di contarle al grande casinò di Las Vegas e mandarlo in fallimento!
C'era ancora Andrea... soprannominato da tutti ''Stinco'' non per qualche caratteristica fisica, ma perché era davvero uno ''stinco di Santo''... era un ragazzo che non si sarebbe permesso di estorcere denaro ad una mosca, anche se dal volto non si sarebbe mai detto... chi poteva immaginare che una caduta dal seggiolino a tre anni gli avrebbe potuto infliggere quella cicatrice lunga tutta la guancia così truce?
Il penultimo della lista era Piero (il ''nobile Pierre'') , l'intellettuale della ''allegra combriccola spassosissima'' quello che riusciva a pensare anche trentaquattro volte prima di compiere una determinata azione, che essa possa essere a norma o meno... Rok era convinto che avesse studiato casistica in qualche vita passata...
L'ultimo era Angelo ( soprannominato da se stesso il ''Ghiacciante Gelo'') ... non fatevi ingannare dal nome; ha una animo diabolico e perverso superiore alla norma del civile ragazzo diciottenne, e, come le persone conformi a quel tipo di carattere, si era auto nominato capo della ''brigata del tavolo 14''.
Quella sera, cominciata come tante, era in qualche modo diversa dal solito; quella sera nessuno sapeva che Pierre avrebbe proposto un gioco tanto assurdo ai suoi compagni...
Ed invece la proposta arrivò, come un fulmine a ciel sereno in quella notte di lampi e tuoni.

Il gioco


Pierre si alzò in piedi, ed in quel putiferio di vetro battente su plastica e sgranocchiare di grissini cominciò lentamente a parlare:
<<che ne dite di fare qualcosa di diverso dal solito Poker?>>
Gelo e Lucky apparvero intrigati da quell'idea, ma allo stesso tempo delusi; si aspettavano, come quasi tutte le sere di contendersi il malloppo al centro del campo... L'ambizione era una dote che non andava sprecata.
Rok prese la parola: <<che genere di gioco proponi Pierre allora?>>
Pierre rispose a quella domanda muovendo con frivolezza una mano: <<beh, in poche parole, in modo che lo possa capire anche tu, caro il mio ''giovane pensionato'', ho constatato che ognuno di noi conosce così bene il proprio compagno di tavolo da poter dire con che piede si è alzato la mattina, ma che realmente non sa niente, o quasi, delle sue esperienze personali nel mondo, nella politica, nella natura umana...>>
Pierre si fermò, dato che Lucky aveva leggermente aperto la bocca in un'espressione del tipo ''oh... se questa è la versione semplificata, non voglio nemmeno pensare di poter immaginare come era l'originale!''
Pierre roteò gli occhi in modo ragionevole e ricominciò : << Sto cercando di dire, in poche parole..>>
Stinco lo interruppe timidamente: <<ehi, Non cominciare di nuovo con questo ''In poche parole''; è l'esordio di un discorso troppo complicato per i comuni mortali e poi...>>
<< ... E poi...>> intervenne Pierre <<vorrei finire di spiegare il gioco...>>
<<giusto! Mi ero quasi dimenticato l'argomento della discussione tante le interruzioni.>> aggiunse Gelo, rigirandosi una cannuccia tra le dita ossute: <<...Ragazzi, su, facciamo finire di parlare Pierre>>.
Pierre riprese a parlare: <<come sto cercando di spiegare...>>
Gelo scattò in piedi: <<ragazzi! Non sapete cosa vi devo raccontare! Ieri ero in piazza e...>>
tutti intervennero con un ''GELO!'' capace di zittire il chiacchiericcio dell'intero bar.
Gelo convenne che era meglio lasciar a dopo queste discussioni e sorseggiare il suo whisky con ghiaccio.
Pierre per la terza volta riprese le redini del discorso accendendosi distrattamente una sigaretta: <<ora, Se non ci sono più interruzioni di qualsivoglia genere io continuerei la mia spiegazione: in pochi ''termini'' il gioco è questo... ognuno di noi, a giro, narrerà un racconto a tema: potrà trattarsi di una vicenda personale o inventata, ma sempre con un fondo di verità e, soprattutto, con una morale interessate alla fine... potrà essere bella, brutta, piacevole, dispiacevole, ma, assolutamente, non una favoletta da quattro soldi come ''Pinocchio''; per quelle ci sono i bambini... ok ragazzi?>>
<<u-uh.. si mi sta bene come gioco della serata! È davvero una cosa interessate scoprire vicende e avvenimenti dei propri compari di brigata!>> enfatizzò Lucky
<<si, e poi semmai qualcuno scriverà di noi e dei nostri racconti in qualche specie di libro>> sghignazzò Stinco
<<allora ragazzi miei, ci state o no a questa sfida? Il racconto più bello riceverà anche un premio pari alla vincita massima di poker di una serata>>
tutti rimasero a bocca aperta: <<veramente?>> esclamarono.
Pierre assunse un’aria altezzosa: <<come è vero che io mi chiamo Piero>> disse, incrociando le braccia al petto, ormai sapeva come prendere all'amo quei pesci tanto tonti.
Ci fu un attimo di euforia generale: chi pensava già a cosa avrebbe raccontato, chi invece non ne aveva ancora idea, chi appuntava ipotesi per i racconti su fazzoletti...
in questo clima euforico Rok esclamò: << E gioco sia!>>.

la scelta dei temi: chi sarà il primo?


Pierre si sentì pervaso da un senso di orgoglio personale... il gioco era piaciuto, e una volta tanto, non si sarebbero comportati come nullafacenti i propri compari, chissà, forse nei meandri dei loro cervelli di cartapesta, avrebbero sviluppato anche doti creative notevoli...
Poi, alzò una mano e schioccò le dita, il suo classico modo per attirare tutti gli sguardi a se: adorava la sensazione di avere tutti gli occhi dei suoi amici solo per lui dopo quel gesto.
Domandò alla brigata: <<ragazzi, allora, quali vi piacerebbe che fossero i temi? Visto che il gioco lo possiamo personalizzare come vogliamo, diciamo che ognuno si sceglie il proprio genere preferito e poi si rimischiano le carte, cosicché non si sa che genere uscirà alla fine ad ognuno. Ok?>>.
Gelo alzò la mano, come si faceva alla scuola per dare una risposta al docente: <<il mio genere preferito è L'hip-hop, ma non detesto nemmeno il techno...>>
tutta la brigata scoppiò in una grassa risata, o almeno i tre seduti di fianco a Pierre, che roteò gli occhi, sconcertato dalla stupidità del loro suddetto ''capo''.
Pierre cercò di non perdere la pazienza ed esordì in mezzo alle risate con: << Intendevo genere come sinonimo di tema... ora, se tutto è chiaro, come spero che sia, cominciamo a scegliere i temi.>>
tutti lo guardarono in silenzio, con aria d'attesa, come se stessero aspettando che lui facesse la prima mossa...
dopo quel silenzio imbarazzante Pierre si schiarì la gola e cominciò a parlare indicando Gelo: <<cominciamo da te Gelo: che tema ti piacerebbe che fosse discusso?>>
Gelo si indicò sbigottito: <<da me? Perché proprio da me? Perché non da Rok o Stinco?>>
<<perché, se non erro, tu ti saresti autoproclamato nostro capo... no?>> Disse Pierre cercando di farlo ragionare.
Dopo vari balbettamenti e sbuffi, cominciò a pensare impegnandosi: <<sai, un bel tema sarebbe la pazzia,un tipo che il giorno prima era normale e il giorno dopo, puff, tutt'un'altra persona...>>
<<tipo il Dottor Jackill e Mr. Hide!>> esclamò Lucky <<mi piace!>>
Pierre parve soddisfatto del primo tema <<e follia sia. Ora, tu Stinco, che tema vorresti far affrontare ai tuoi compari?>>
Stinco ci pensò con attenzione, più di una volta alzò l'indice e aprì la bocca, ma solo per riempire i polmoni d'aria.
Pierre nell'attesa si accese un'altra sigaretta ed incrociò le braccia; tipica posizione ''wait... wait''.
Poi finalmente Stinco riuscì a mettere tre sillabe in fila: <<per me po...>> si bloccò un attimo per pensarci meglio; poi si convinse che era l'idea vincente <<...trebbe essere un tema molto interessante l'amore... >>
Gelo si strofinò rumorosamente le mani: << E vai! Potrei raccontare di quella volta che...>>
Pierre bloccò con una mano uno dei suoi aneddoti da giovane adulto: << E sia per l'amore come secondo tema... ora... Rok, che ne dici di proporne uno tu?>>
Rok si guardò attorno con fare indiscreto, scrutò di tutto, dalla birra mezza vuota di un ragazzo che era in compagnia di alcuni amici, al ''promettente'' sedere di una cameriera di passaggio; ed intanto pensava alla risposta da dare. Nell'istante in cui Rok proferì parola Pierre gettò dalla finestra il mozzicone di sigaretta, in balia della bufera.
Rok puntò un dito contro Pierre: <<paura... la paura di non poter vedere il domani, la paura del mondo che va a pezzi, la paura della morte...>>
I quattro all'ascolto restarono sbigottiti ed anche spaventati dal tema prescelto dal compare... certo... era un bel tema, e ognuno aveva i suoi aneddoti legati a quella parola; ma è anche così difficile da elogiare e da discorrere...
Pierre rispose con un fil di voce, sperando che non toccasse a lui qual tema: <<e paura sia. Bene! Ricapitolando i temi sono: Follia, Amore, Paura... Ne mancano due... Lucky, tu che tema scegli?>>
Lucky non doveva pensarci, aveva chiaramente in testa cosa avrebbe voluto dire; pronunciò tutt'un fiato la parola ''corruzione'', nient'altro.
Per ultimo rimaneva proprio lui; Pierre si guardò intorno; gli altri quattro pendevano dalle sue labbra come dei cagnolini che aspettavano solo che il loro padrone gli lanciasse il bastone.
Sondò leggermente al di là della finestra, la tempesta imperversava in tutta la sua cattiveria. Cattiveria... sì, quello poteva andare...
<<il tema che ho scelto io è quello della cattiveria>> pronunciò in tono solenne, come se avesse sempre avuto in mente quel pensiero.

Gelo cominciò il discorso a questo punto: <<bene! I temi sono i seguenti: il primo è la Follia, il secondo è l'Amore, il terzo è la Paura, il quarto è la Corruzione e il quinto è la Cattiveria.>>
Tutti annuirono silenziosamente attenti ad ogni singolo movimento labiale di Gelo.
Il ragazzo si guardò leggermente intorno, non era abituato a ricevere tante attenzioni tutte in una volta, continuò poi: <<bene! Per scegliere l'ordine di chi racconterà le storie si userà il classico sistema degli stuzzicadenti, ovvero: ci sono degli stuzzicadenti tagliati a diverse misure d'altezza; quello che prenderà lo stuzzicadenti intero sarà il primo poi via via a decrescere.>>
Lucky alzò una mano e si posizionò alla destra di Gelo: <<gli stuzzicadenti li ho in mano io; ho il pugno stretto e li tengo tutti allo stesso livello d'altezza, in modo che sia impossibile capire qual'è quello più lungo.>> enfatizzò la frase con un'espressione che avrebbe reso perfino l'arcangelo Gabriele il peggiore dei demoni.
Gelo prese la punta di uno dei cinque stuzzicadenti: <<bene, prendete la punta di uno stuzzicadenti a caso!>>. Tutti ripeterono il movimento di Gelo.
Quest'ultimo poi cominciò a contare alla rovescia: << tre...due...uno... ok ragazzi! Tirate tutti insieme!>>
Lucky aprì la mano e ognuno pescò il suo stuzzicadenti.
Si ebbe una specie d'effetto ''sfoderamento generale di spade'', mentre Stinco cominciava a preparare la sua storia sulla Follia.
 
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